L’infiammazione in bocca si associa a malattie cardiovascolari, diabete e altre tipologie. Ecco perché è importante mantenere sane le strutture che proteggono le radici dei denti.
Quando si parla di un sorriso smagliante si pensa subito a denti sani e bianchi. E si dimenticano le gengive, importanti strutture che servono a proteggere l’osso di sostegno e le radici dei denti. Un grave errore, dato che le infiammazioni che le colpiscono sono frequentissime: in Italia interessano oltre il 60% della popolazione. Trascurare le gengive mina non solo la salute della bocca, ma anche il benessere generale.
“Le malattie delle gengive sono associate con le malattie cardiovascolari, il diabete e con la nascita di bambini prematuri e sottopeso”, spiega Nicola Bethaz, odontoiatra dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI).
Leggi qui l’articolo completo di Ok Salute e Benessere_05.2015
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JENA, Germania: Uno studio tedesco ha scoperto che i bambini sottoposti a visita odontoiatrica in età infantile, corrono minor rischio di contrarre carie ai denti primari. Lo studio di lungo termine condotto presso l’Ospedale Universitario di Jena ha valutato l’impatto sulla carie della prima infanzia delle prime, regolari visite dal dentista. La ricerca si è basato su un programma di prevenzione mirante ad accrescere la consapevolezza nei genitori sull’importanza dell’igiene dentale dei figli.
Più di 500 famiglie hanno preso parte al programma di prevenzione avviato nel 2009. I genitori sono stati informati sulle misure igieniche da prendere per la bocca dei bambini appena nati da pediatri, ostetriche, assistenti sociali e infermieri in un programma primo del suo genere in Germani, sviluppato in collaborazione con la città di Jena.
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Si chiama Molar Incisor Hypomineralization (MIH) e, se non diagnosticata precocemente ed intercettata, può portare a quello che viene definito “post eruptive breack-down”, ossia alla frattura dello smalto dei denti. Coinvolge i primi molari permanenti e gli incisivi sin dall’età pediatrica.
È una patologia in espansione che colpisce i bambini già a partire dai 6 anni quando erompono i primi denti permanenti ma può interessare anche i molari da latte. La MIH è diffusa in tutto il mondo con prevalenze diverse riportate in letteratura e che variano in media dal 3% al 25%.
“È un quadro clinico che oggi osserviamo frequentemente, caratterizzato da una ipomineralizzazione dei denti. Si tratta di un difetto qualitativo dello smalto che tende ad aggravarsi nel tempo . I denti ipomineralizzati – spiega la prof.ssa Raffaella Docimo, presidente della Società Italiana di Odontoiatria Infantile – si presentano con macchie bianco-giallastre o marroni, sono sensibili al caldo e al freddo, durante la masticazione e le manovre di igiene orale e, a causa della anomala porosità dello smalto possono andare incontro a cedimento strutturale delle aree colpite”.
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Congresso Sioi (Società Italiana Odontoiatria Infantile). A Napoli il punto sulle cure dentali pediatriche tra crisi economica e scarsa prevenzione.
La popolazione pediatrica italiana è a tutto rischio carie ma le liste di attesa nel pubblico sono piuttosto lunghe e gli studi privati restano una chimera per le fasce meno abbienti. La crisi morde e non mette a rischio solo la salute degli adulti. Negli ultimi 5 anni infatti l’incidenza della carie sui bambini è aumentata del 15%. A lanciare l’allarme è la Società Italiana di Odontoiatria Infantile (Sioi), che la scorsa settimana a Napoli ha fatto il punto nel primo Convegno Nazionale delle sezioni regionali.
Secondo i dati Sioi, in Italia la malattia cariosa, a 4 anni di età, vede l’interessamento del 21,6%, a 12 anni sono affetti da carie il 43,1% dei bambini mentre nella fascia d’età compresa tra i 19 e i 25 anni l’88,2% delle persone presentano delle lesioni cariose.
Leggi l’articolo del Il Sole 24 Ore Sanità del 30.06.2014
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Cure e controlli indispensabili dalla prima infanzia. Una carie trascurata ipoteca la salute. I difetti possono generare complessi e insicurezza.
Potrebbe sembrare impossibile, ma è più semplice curare la bocca di un bambino piuttosto che quella di un adulto. In effetti oggi, grazie a un approccio diverso rispetto al passato, la odontoiatria pediatrica riesce a gestire il piccolo paziente senza quei traumi che ancora oggi vengono riferiti quando un adulto racconta le esperienze odontoiatriche della sua infanzia.
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San Francisco, USA: Una nuova ricerca dagli Stati Uniti ha dimostrato che elevati livelli di batteri cariogeni nella bocca di una madre potrebbero essere un indicatore attendibile della carie infantile nel proprio figlio. Lo studio, pubblicato recentemente, ha documentato che la minaccia batterica salivare materna non solo è associata con l’infezione orale tra i bambini, ma aumenta notevolmente il rischio di presenza di carie nella prima infanzia.
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Avere denti sani e belli è possibile! E’ un risultato che si può raggiungere seguendo senza fatica alcune regole molto importanti, alcune delle quali puntano essenzialmente sulla prevenzione che deve essere avviata sin da piccoli.
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Fluoro sì, fluoro no per prevenire la carie. Da che età lavare i denti. Quale dentifricio usare. Quando andare dal dentista. La prevenzione della salute orale nei bambini piccoli è una questione molto dibattuta tra pediatri, odontoiatri e genitori. A fare chiarezza sono arrivate le nuove linee guida per la prevenzione della salute orale in età evolutiva, approvate dal Ministero della Salute. La novità principale è che viene riconosciuta la maggiore efficacia del fluoro ad azione locale, in pratica, con il dentifricio rispetto a quello somministrato per via sistemica (in gocce o pastiglie).
Se finora l’indicazione era di non usare dentifrici fluorati fino ai tre anni di età, ricorrendo invece alla fluoroprofilassi per bocca, adesso l’uso dello spazzolino viene consigliato fin dai 6 mesi, in alternativa o in aggiunta agli integratori. Ecco dunque che cosa dicono le nuove raccomandazioni.
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Le carie nei dentini da latte vanno curate ed è fondamentale rivolgersi a dentisti esperti. Il trattamento, infatti, è un po’ diverso rispetto a quello riservato agli adulti. In molti ospedali esiste il reparto di odontoiatria pediatrica, e lì si va sul sicuro. Purtroppo gli ambulatori pubblici di odontoiatria hanno lunghe liste d’attesa, perciò, se ci deve rivolgere a studi privati, è bene verificare la competenza specifica dei singoli professionisti.
«Se non ci sono problemi particolari, la prima visitapuò essere programmata in genere intorno ai 5-6 anni, ma è il pediatra di riferimento che deve informare i genitori sulla salute orale del loro bambino e decidere quando è il caso di portarlo dal dentista – chiarisce Laura Strohmenger, professore di Odontoiatria e protesi dentaria all’Università degli Studi di Milano -.
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Con il Natale aumentano le insidie per i denti dei bambini: non solo a causa delle abbuffate di dolci, ma anche per i traumi legati ad alcuni sport che spopolano sotto l’albero, dal pattinaggio allo sci. Divertimenti sulla neve che possono mettere ko i denti dei più piccoli. «Durante il Natale si registra un incremento dei traumi a livello degli incisivi superiori dei bambini di circa l’1-3%, causati da alcuni sport invernali, dallo sci al pattinaggio, o dal giocare sulla neve o sul ghiaccio». Lo spiega Antonella Polimeni, direttore del Dipartimento di Scienze odontostomatologiche dell’Università Sapienza di Roma.
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